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Nel racconto I barattoli di Marisa Madieri ho letto:

"La Fiorella gli andava a genio perché era rispettosa e aveva imparato a non toccare mai le sue cose senza il suo permesso."

Nel Dizionario dei Modi di Dire Hoepli ho trovato che "andare a genio" significa

piacere, essere gradito, attirare, invogliare; anche risultare congeniale.

Sono curiosa di sapere quale sia l'origine di questa espressione. Mi potreste dire qualcosa al riguardo?

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Secondo la Treccani, "genio" significa, tra l'altro, "carattere, indole, gusto", da cui l'espressione "a genio" e altre:

secondare il proprio g., il g. di altri; non è cosa conforme al mio g.; persona o cosa di mio, tuo g., ecc., che s’accorda con l’indole e con le opinioni nostre o d’altri: è un lavoro di mio g.; mi pare che non sono riuscito di suo g.; finalmente avete trovato un’occupazione di vostro g. (anche iron.); dare nel g. a qualcuno, andargli a g., incontrarne il g., piacergli, riuscirgli simpatico, impressionarlo favorevolmente: la tua proposta non mi va a g.; è un giovanotto che incontra poco il mio g.; fare una cosa di g., con g., volentieri, con piacere, con soddisfazione, in quanto conforme alla propria indole.

Direi comunque che, a parte l'espressione "(non) andare a genio", le altre sono antiquate (e anche "andare a genio" non si usa moltissimo).

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