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Con il termine bufala, più precisamente, si vuole indicare una bugia travestita da informazione vera (un esempio di bufala mediatica sono i post di lercio), principalmente messa in circolazione per creare disinformazione e talvolta scalpore.
Poiché la mozzarella di bufala è a Roma particolarmente apprezzata, la metafora deve fare riferimento non a questo formaggio, ma al malcostume, messo evidentemente in opera da qualche ristoratore romano disonesto, di spacciare la carne di bufala per la più pregiata vitella.
(Paolo D’Achille, Antonella Stefinlongo, Anna Maria Boccafurni: Lasciatece parlà. Il romanesco nell’Italia di oggi. Roma, Carocci, 2012, p. 287).
Una possibile origine della nascita di quest’espressione è riportata in questo stralcio: infatti, il termine può far riferimento alla disonestà dei ristoratori che, prendendo in giro i clienti, gli vendevano una carne diversa da quella da loro ordinata. Potremmo così dire che gli servivano una vera e propria “bufala” :)!
Invece, secondo il Vocabolario della Crusca, l’espressione deriva da “menare al naso come una bufala”, prendere per il naso e portare in giro come si fa con i buoi, che avendo l’anello al naso, si lasciano tirare e trasportare senza opporre resistenza.
Pensando alla situazione odierna, dove la gente crede a tutte le “bufale” che legge, regge il paragone tra il bufalo, facilmente domabile e la massa, le persone che, senza interrogarsi della veridicità dei fatti, credono a tutto ciò che li circonda.
Spero di essere stata esaustiva, per ulteriori spiegazioni ti lascio alcuni link utili:
Wikipedia; Treccani; Accademia della Crusca.