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Mi sono trasferita da qualche anno in Svizzera nel cantone italiano. Quando parlo con degli italiani spesso mi capita di sentire il termine "bufala".

Ho chiesto e mi hanno detto che vuol dire “bugia”, o fake news. Ma io so anche che è un animale. Non capisco come siate arrivati dall'animale all’espressione che significa “bugia”.

2 Answers 2

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Con il termine bufala, più precisamente, si vuole indicare una bugia travestita da informazione vera (un esempio di bufala mediatica sono i post di lercio), principalmente messa in circolazione per creare disinformazione e talvolta scalpore.

Poiché la mozzarella di bufala è a Roma particolarmente apprezzata, la metafora deve fare riferimento non a questo formaggio, ma al malcostume, messo evidentemente in opera da qualche ristoratore romano disonesto, di spacciare la carne di bufala per la più pregiata vitella. (Paolo D’Achille, Antonella Stefinlongo, Anna Maria Boccafurni: Lasciatece parlà. Il romanesco nell’Italia di oggi. Roma, Carocci, 2012, p. 287).

Una possibile origine della nascita di quest’espressione è riportata in questo stralcio: infatti, il termine può far riferimento alla disonestà dei ristoratori che, prendendo in giro i clienti, gli vendevano una carne diversa da quella da loro ordinata. Potremmo così dire che gli servivano una vera e propria “bufala” :)!

Invece, secondo il Vocabolario della Crusca, l’espressione deriva da “menare al naso come una bufala”, prendere per il naso e portare in giro come si fa con i buoi, che avendo l’anello al naso, si lasciano tirare e trasportare senza opporre resistenza.

Pensando alla situazione odierna, dove la gente crede a tutte le “bufale” che legge, regge il paragone tra il bufalo, facilmente domabile e la massa, le persone che, senza interrogarsi della veridicità dei fatti, credono a tutto ciò che li circonda.

Spero di essere stata esaustiva, per ulteriori spiegazioni ti lascio alcuni link utili:
Wikipedia; Treccani; Accademia della Crusca.

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  • Quello che hai messo dopo "stralcio:" è una citazione del libro che hai menzionato?
    – Charo
    Apr 15, 2019 at 18:39
  • 1
    Grazie mile! Molto interessante che esiste un sito dedicato appositamente alle buffale. Molto bella è anche la stria dell'origine!
    – user5380
    Apr 15, 2019 at 21:08
  • 2
    Attenzione: “Lercio” è un sito satirico; è sbagliato definire “bufale” le loro spiritosaggini, che piacciano o meno. Una bufala è un errore o una falsità voluta, non una inventata a fini umoristici o satirici. Sarebbe come dire che un romanzo è una bugia, perché i fatti che narra non sono reali.
    – DaG
    Apr 16, 2019 at 8:54
  • @DaG mea culpa, hai ragione. Sta di fatto che comunque alcuni articoli potrebbero sembrare veri: infatti moltissime persone li condividono pensando che siano veri.
    – Marybnq
    Apr 16, 2019 at 9:33
  • 3
    Per favore, cercate di mantenere il discorso civile e di non riempire i commenti con discussioni off-topic. Se volete discutere di altri argomenti, andate nel Bar Sport. Inoltre uno dei principi fondamentali di SE è che i downvote sono personali: a patto che non siano "targeted", ognuno è libero di usarli per esprimere il proprio disaccordo.
    – Denis Nardin
    Apr 16, 2019 at 12:40
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Sul sito dell'Accademia della Crusca puoi trovare una spiegazione dell'origine del termine bufala:

Stando al GRADIT di De Mauro, l'uso figurato di bufala sarebbe attestato dal 1960 e deriverebbe dal romanesco e tale datazione risale a Claudio Quarantotto, che riporta un esempio di Gianfranco Calderoni, che parla di «un film che, anche prima di essere visto, fu definito una "bufala" dagli amici romani». Paolo D'Achille, oltre ad aver segnalato un'attestazione anteriore dell'uso figurato di bufala, all'interno di uno sketch di Nino Manfredi nella Canzonissima del 1959 (Fusse che fusse la vòta bbona), ne ha proposto una spiegazione convincente. Il significato figurato di bufala avrebbe avuto origine in ambito gastronomico, non con riferimento alla mozzarella di bufala, ma alla carne; alcuni ristoratori romani disonesti, infatti, avevano il malcostume di spacciare la carne di bufala invece della più pregiata carne di vitella; di qui il termine avrebbe assunto il valore di 'fregatura' e quindi di 'notizia falsa' e di 'produzione artistica/cinematografica scadente'.

ed inoltre:

Ho l'occasione di presentare qui un ulteriore dato: recentemente mi è capitato di parlare dell'argomento con un anziano parlante romano, che mi ha ricordato un fatto che accadeva proprio a Roma, intorno agli anni Quaranta. All'epoca le donne erano solite portare, per risparmiare, delle scarpe con le suole in pelle di bufalo/bufala, invece del più costoso cuoio; capitava, nei giorni di pioggia, che con tali calzature si scivolasse, anche con considerevoli conseguenze; quando una donna infortunata arrivava al Pronto Soccorso (l'allora CTO della Garbatella), il personale d'ospedale, considerata l'alta frequenza dei casi, usava l'espressione "Ecco un'altra bufala" (indicando la paziente metonimicamente con la causa del suo incidente: 'un'altra scarpa in pelle di bufalo aveva provocato nuovamente una brutta caduta').

Riassumendo:

Possiamo, in conclusione, rispondere ai nostri lettori che l'accezione figurata di bufala, sia come 'notizia falsa' sia come 'produzione artistica di scarso valore', è relativamente recente e ha sicuramente origine a Roma, anche se è stata registrata solo tardivamente nella lessicografia romanesca.

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