Treccani, come tutti gli altri dizionari, da le seguenti definizioni del termine:
extracomunitario;
agg. e s. m. [comp. di extra- e comunitario (cfr. comunità, n. 2 a)]. – Che non fa parte dell’Unione Europea: paesi e,
come sost., spec. al plur. masch., gli e., coloro che emigrano da paesi economicamente disagiati (spec. da regioni dell’Africa e dell’Asia) negli stati dell’Unione Europea in cerca di lavoro e di migliori condizioni di vita.
La seconda definizione, con connotazione spesso negativa, è senza dubbio la più comune e diffusa nel linguaggio contemporaneo. Ad esempio:
L’uso discriminatorio del termine è stato sancito in un atto ufficiale. A Savona il procuratore capo Francantonio Granero ha cancellato questa parola da tutti gli atti giudiziari con una circolare del 7 settembre 2011, chiedendo alla polizia giudiziaria la sostituzione di ‘extracomunitario’ con altre espressioni non offensive nei confronti dei cittadini stranieri.
Da IlGiornale.it:
La dittatura linguistica delle toghe ha rifatto la sua comparsa due giorni fa, quando ha condannato la Lega Nord per aver usato il termine clandestini, ritenuto «denigratorio» e «discriminatorio»......Lo stesso vale per le parole africano, marocchino ed extracomunitario.
Quando e perché il termine comincia ad essere impropriamente usato fino a diventare, per alcuni, un'offesa?