In questo blog si trova l'articolo Un'antica parola napoletana: scamuso si può leggere:
Antico, icastico aggettivo napoletano presente in tutti i dizionarii
d’antan dal D’Ambra al P.P.Volpe all’Andreoli e negli scritti di
autori dal ‘600 alla fine dell’ ‘800 e poi non piú riscontrato negli
autori piú moderni, sebbene ancóra vivo nel parlato soprattutto del
popolo della città bassa, aggettivo riferito con piccole differenze
sia a soggetti animati che inanimati;
Riferito a soggetti animati e
piú precisamente a persone significa in italiano: **rozzo, grossolano,
rustico, grezzo e per ampiamento semantico si disse di persona magra ed
allampanata; riferito a cose inanimate(stoffe e/o oggetti) vale
nell’italiano: ruvido,squamoso,irto
Più avanti nel testo il termine viene spiegato con più precisione:
E veniamo finalmente all’aggetivo napoletano scamuso del cui
significato primo (malandato etc.) ò già détto e qui rammento che è
aggettivo da numerosi sinonimi (sebbene alcuni derivati da un
ampliamenti semantici quali acciaccuso, acciuppecuto, ammaturo,
dellicato, iétteco malepatuto; mi occuperò in coda di tali sinonimi;
affrontiamo ora l’etimologia di scamuso ed escludiamo súbito la facile
ma fallace tentazione di un collegamento alla voce scamunéa/éja/era
s.f. che con derivazione dal lat. *scammonia/scammonea che furono dal
greco skammonía indicò in primis un'erba dal cui estratto si ricavava
un purgante ed indicò poi (forse per un traslato espressivo) gente
vile, bordaglia, unione di monelli e, piú genericamente, plebaglia, ma
ognuno vede che semanticamente è difficile trovare il collegamento tra
un’erba purgativa ed un vocabolo che vale malandato, messo male mal
ridotto, malsano; ugualmente non mi sento di poter accettare l’idea di
chi propone per scamuso un collegamento etimologico con squamoso (cfr.
antea); è vero che il significato di squamoso nell’accezione di
ruvido, irto può – all’incirca – valere il napoletano scamuso come è
pure vero che il nesso latino qua dà spesso il napoletano ca (cfr. ad
es. exquassare→scassare) pur tuttavia non mi sento di accogliere la
proposta che presupporrebbe un transito di accostamento ad un vocabolo
della lingua italiana, accostamenti che ò sempre bandito e non per un
colpevole provincialismo, ma in nome di un'originaria derivazione di
tutte le voci partenopee dagli antichi idiomi (latino, greco ed
altro); d’altro canto nemmeno mi convice l’etimologia proposta
dall’amico prof. Carlo Iandolo che lègge in scamuso una s intensiva
che precede l’avverbio greco kamái = a terra ottenendo da
skamái→scamuso; questa proposta, semanticamente mi appare troppo
debole e morfomogicamente, sforzata con quell’unione di greco skamái
con un suff. latino osus/oso&→uso.
A questo punto non rimane che prender per buona l’antica idea che vede in scamuso una derivazione metaplasmatica dello spagnolo (e)scamocho che accanto al significato di avanzo e resto à pure quelli di persona magra, allampanata; d’altro canto nello spagnolo è anche vivo il verbo escamochar (guastare, sciupare) che à fornito altresí il verbo napoletano scamuscià/are nei significati di afflosciare, diventar floscio e/o senza forze.
Anche nel libro Eduardo. Dizionario dei personaggi di Nicola De Blasi, Bianchi Patricia compare la seguente definizione:
In Quei figuri di trent'anni fa compare l'assassino Scamuso
('rozzo, grossolano') e il ladro Scuppettella (diminutivo di
"scuppetta", 'archibugio, schioppo').
In questo documento intitolato
Chi è stregato dallo Strega? Rilievi di stile sugli ultimi romanzi vincitori (2002-2009) ho trovato:
101); zezzilli capezzoli” (p. 107); lorcia “sudiciume” (p. 109);
scamuso “molto magro” (p. 113); alleccamussi “ceffoni” (p. 113, 176);
cozzeca “crosta di una ferita”