(1) Se ho capito bene l'informazione di questa tabella dell'Enciclopedia Treccani, in italiano si possono fare le sostituzioni seguenti:
- Si avvicina a me --> "mi si avvicina"
- Si avvicina a te --> "ti si avvicina"
- Si avvicina a lui --> "gli si avvicina"
- Si avvicina a lei --> "le si avvicina"
- Si avvicina a noi --> "ci si avvicina"
- Si avvicina a voi --> "vi si avvicina"
- Si avvicina a loro --> "gli si avvicina" (se ammettiamo l'uso di "gli" come forma atona della terza persona plurale del pronome personale complemento di termine)
- Si avvicina a un posto --> "ci si avvicina" oppure "vi si avvicina".
(2) Invece, secondo la tabella della Treccani, non si usano le forme "*mi ti avvicino", "*mi gli avvicino", "*mi le avvicino", "*mi ti avvicini", "*gli ti avvicini", "*le ti avvicini", "*mi gli avvicini", "*mi le avvicini", ecc., per esprimere respettivamente "mi avvicino a te", "mi avvicino a lui", "mi avvicino a lei", "ti avvicini a me", "ti avvicini a lui", "ti avvicini a lei", "mi avvicini a lui", "mi avvicini a lei", ecc., anche se qualche occorrenza se ne trova su Internet e questo può significare che qualcuna si usa molto poco (anche in castigliano e in catalano certe combinazioni di pronomi non sono possibili o non si usano).
(3) Quello che, sempre secondo la tabella della Treccani, sì si usa è:
- Mi avvicino a un posto --> "mi ci avvicino".
- Ti avvicini a un posto --> "ti ci avvicini".
- Ci avviciniamo a un posto --> "vi ci avviciniamo".
- Vi avvicinate a un posto --> "vi ci avvicinate".
- Si avvicinano a un posto --> "ci si avvicinano"
Ora, in catalano, adoperamo il clitico "hi" in molte delle situazioni che ho indicato con il numero (2) e "hi" si usa in catalano in un modo abbastanza simile alla particella "ci" italiana. Per esempio:
- M'acosto a ell/ella/ells/elles --> "m'hi acosto"
- T'acostes a ell/ella/ells/elles --> "t'hi acostes"
- M'acostes a ell/ella/ells/elles --> "m'hi acostes"
- M'acostes a ell/ella/ells/elles --> "m'hi acostes"
- T'acosto a ell/ella/ells/elles --> "t'hi acosto"
- M'acosta a ell/ella/ells/elles --> "m'hi acosta"
- ...
Infatti, in catalano usiamo queste combinazioni di due clitici anche con verbi che non hanno niente a che vedere con il moto, come "assemblar-se" ("assomigliarsi") o "presentar-se" ("presentarsi"), ma forse è meglio chiedere sull'uso dei clitici con i correspondenti verbi italiani in un'altra domanda.
Allora, la mia domanda è: succede lo stesso in italiano? Cioè, per esempio, posso esprimere "mi avvicino a lui/lei/loro" come "mi ci avvicino", "ti avvicini a lui/lei/loro" come "ti ci avvicini" o "mi avvicini a lui/lei/loro" come "mi ci avvicini"? E posso dire, per esempio, "ti ci avvicino" intendendo "ti avvicino a lui/lei/loro"?
La domanda riguarda non solo lo scritto formale, ma anche il parlato di registro medio.
Difatti, la tabella della Treccani sopra menzionata ha le combinazioni "mi ci", "ti ci" e "vi ci" con il "ci" locativo, ma non se si possa considerare che il complemento "a lui/lei/loro" del verbo "avvicinare" abbia un ruolo locativo. Io sono miope e, se vado senza gli occhiali, mi può accedere di accorgermi di starmi avvicinando a qualcosa, ma non sapere se si tratta di un albero, un cane oppure una persona. Scherzi a parte, è tanto diverso "mi avvicino a quel fiore" di "mi avvicino al cane" o "mi avvicino all'insegnante"?
L'unica informazione al riguardo che sono riuscita a trovare è nel libro Grammatica dell'italiano adulto di Vittorio Coletti, nel quale appare un esempio di "mi ci avvicino" con "ci" riferito a "al cane" e si spiega che "ci" ha a volte il valore di "a lui/lei/loro":
Minor padronanza della lingua denota l'uso di ci per gli/le/loro, come in «ci dico», pur non poco usato nel parlato. Ci è, oltre ad avverbio di luogo, pronome personale atono e non solo di 1ª persona plurale («ci ha visti», «ci ha rivolto un saluto»), ma anche di 3ª singolare o plurale col valore di «con/a lui/lei/loro», come nelle frasi tipiche del parlato: «con Pietro ci parlerò domani», «con Pietro e Angelo non voglio averci a che fare», «al cane non ci bada nessuno», «al cane non mi ci avvicino».
Tuttavia, questa spiegazione non mi è del tutto chiara: questo uso di "ci" appare soltanto nel parlato? Oppure, con "frasi tipiche del parlato", Coletti unicamente ci sta suggerendo che gli esempi che ha fatto hanno una dislocazione a sinistra e, per questa ragione, sono costrutti caratteristici della comunicazione orale (e fa esempi con dislocazioni a sinistra semplicemente per far sì che si capisca bene quali sono i nomi a cui sostituiscono i pronomi)?
Per rendere le cose più confuse, le spiegazioni sull'uso di "ci" riferito a esseri animati (3ª persona singolare e plurale) dell'Enciclopedia Treccani e dell'Italiano di Serianni che appaiono in questa risposta sembrano essere in contraddizione con l'affermazione di Coletti sul fatto che "ci" può anche avere il valore di "a lui/lei/loro".