Nel romanzo La goccia che scava, di Francesco Luti, ho letto (grassetto mio):
È una donna sveglia e coraggiosa, ma non l'ho capita quando sosteneva d'aver avuto l'impressione d'una società non politica e regolata dal silenzio del governo e da quello del popolo. L'ho spedita dagli antifascisti politicamente più attivi poiché ci riempiva di domande troppo specifiche e di taglio marxistico: quale sviluppo... quali salari... quanta classe operaia... relazioni tra capitale catalano e spagnolo. E peccato che Sacristán all'ultimo tuffo si fosse ammalato, ché magari lui era in grado di soddisfarla...
Potreste spiegarmi il significato dell'espressione "all'ultimo tuffo" che appare in questo brano? Si tratta di un modo di dire? L'ho cercata alla voce "tuffo" di parecchi dizionari, incluso il Dizionario dei modi di dire Hoepli, ma non l'ho trovata. Da una ricerca su Google mi è sembrato capire che si tratta di un'espressione che si usa abbastanza.
Per esempio, in questo Calendario dei visacci del 1938, pubblicato da Vallecchi, si può leggere:
Un'autentica delizia; per fortuna si può rimediare. Ed eccoti, dopo una serie di alti e bassi scoraggianti, al 21 del mese e, trascorsa una giornata di semi-agitazione, alle nove di sera, all'ora cioè temuta e desiderata. Hai tentato, all'ultimo tuffo, di leggere la tua roba per la ennesima volta, ma hai rinunziato immediatamente alla prova considerando che, fra le pareti domestiche, era impossibile crearsi lo « stato d'animo » necessario per prendere contatto con gli ascoltatori invisibili. Pazienza! Sarà come Dio vorrà.
E anche nel libro In nome del Figlio, di Emanuele Berni, si trova:
Se il Salvatore nacque in una grotta due possono essere le ipotesi: la prima escatologico/dimostrativa indicherebbe un segnale forte per mostrare all'umanità come il Figlio di Dio, Signore del cielo e della terra, scelga tra tutti per nascere un umile giaciglio di paglia in una grotta umida, affermando così solennemente la sua vicinanza ai poveri e ai derelitti, la seconda, meno immaginifica e più pedestremente laica ci riporta a un Giuseppe improvvido che decide solo all'ultimo tuffo di mettersi in cammino per Betlemme, nonostante che il censimento fosse stato notificato molto tempo prima dai messi dell'imperatore.
Dai contesti di questi esempi, direi che il senso sia qualcosa come "all'ultimo momento", ma forse l'espressione ha qualche sfumatura che mi sfugge.
Inoltre, sapresti dirmi dove si usa questa espressione? Si tratta forse di un modo di dire toscano? Luti, Vallecchi e Berni sono o erano fiorentini. E l'unico non nato a Firenze tra gli autori citati nella mia risposta è Giuseppe Antonio Borgese, che però studiò e visse a Firenze (infatti morì a Fiesole).