In una mia risposta https://italian.stackexchange.com/a/11566/6017 sostenevo che una certa costruzione di frase, trovata in un discorso, potrebbe NON corrispondere a una certa accezione riportata da un dizionario semplicemente perchè l'intenzione del parlante non era quella di usare quella tale accezione.
(Se qualcuno trova errori di forma nel periodo precedente, me lo segnali).
Avrei voluto rispondere nell'altra pagina ma è impossibile, quindi lo faccio qui dove, tutto sommato, non è fuori posto.
Dato che non citavo fonti, ora le cito e approfondisco il mio pensiero.
Il GDLI (la fonte di Charo, http://www.gdli.it/JPG/GDLI01/00000463.jpg), riporta a sua volta altre tre fonti che sono queste:
Arlia, 30: si arieggia ... quando si dice vado a dirvelo invece di ora ve lo dico
Rigutini-Cappuccini, 12: [è brutto gallicismo dire] vo a fare denotando azione che si stia per incominciare
Panzini IV-24: [risponde al francese] andare a non nel senso di muoversi
Si legga attentamente: ognuna delle tre fonti, inequivocabilmente, restringe il caso di applicazione del costrutto descritto, richiamando il concetto di intenzione di chi lo usa;
questo richiamo è espresso dalle parole "si dice ... invece di ...", "denotando azione che ...", "andare a non nel senso di muoversi".
D'altra parte, si consideri che molte parole italiane hanno più di un significato: se si legge "imposta" non si può assumere a priori che si tratti di un tributo: serve il contesto per capire se il significato è "tassa/tributo/contributo" oppure "persiana/gelosia" (e questi ultimi a loro volta possono significare altro). Lo stesso ragionamento vale per le perifrasi, ma è più difficile perché il contesto risulta sfumato.
Si può essere ragionevolmente sicuri, leggendo "chiudi la persiana", che l'accezione intesa dal parlante era quella di "serramento" e non quella di "donna di Persia". Ma se si legge "vado a dormire", il significato è "vado a letto" come in Boccaccio Decameron I-Concl. (120) "Andarsi a dormire", oppure si tratta della barbara costruzione gallica "sono in procinto di" / "mi appresto a"?
Vi sono riportati, in quella fonte, altri esempi della stessa costruzione, senza analisi alcuna. Dato che ritengo che l'uso del francesismo di cui parliamo non sia comune, forse perché scoraggiato o forse perché gli italiani non lo apprezzano, ho cercato di trovare
delle spiegazioni con qualche esempio.
"Andare a ..." può essere usato per denotare l'inizio di un'azione: andare a dormire, andare a lavarsi, andare a mangiare. Ci sono ambiguità perché a volte cominciare l'azione implica lo spostamento fisico (andare in camera da letto, bagno, sala da pranzo), ma l'esempio del Boccaccio non è ambiguo.
"Andare a ..." si può usare per spostare l'enfasi sulle cause o le ragioni invece che sul verbo in sé:
Andare a vedere: controllare, intraprendere l'azione di guardare
Andare a pensare: il processo mentale che porta a una conclusione, piuttosto della conclusione in sé: "andare a pensare che sia una truffa è sbagliato", "sono andato a pensare cose indicibili".
Per esempio, se il titolo del romanzo "L'Agnese va a morire" fosse invece "L'Agnese morirà", sarebbe un titolo brutto.
Il romanzo descrive la vita di Agnese che, per scelta sua, aiuta i partigiani esponendosi a grandi rischi, che le saranno fatali. Il titolo perciò riassume gli eventi che hanno portato alla morte di Agnese, spostando l'enfasi dal
suo morire a tutto quanto è successo prima.
"Andare a ..." può essere usato come ampollosità verbale per enfatizzare o, nei buoni casi, per aggiungere gravità o serietà o rispetto, similmente a costruzioni come "persone venute a mancare" (detto da Enrico Mentana, parlando dei morti a causa del COVID19). Io ravviso questo uso rispettoso e grave, e pure un po' enfatico, anche nel titolo "L'Agnese va a morire".
Quest'ultimo uso ampolloso è quello fatto probabilmente dai cuochi, perchè loro usano "andare a" in tutti i modi verbali:
- "vado a tritare i pinoli" (mentre già lo sta facendo)
- "andremo a metterlo al forno" (il futuro è già nel verbo, e mi astengo dal criticare altri particolari)
- "andrei a cuocerlo di più ma non c'è tempo"
- "se andassimo a impiattarlo ora..."
- "siamo andati a sfumare col vino" (facendo il riassunto a posteriori)
- "andando così a dare un tocco asprigno"
e viene quindi a mancare l'intenzione di "mi appresto a", e anche quasi sempre lo spostamento fisico.