Riassunto:
- In lo penso si usa il verbo pensare transitivo e lo ha la funzione di complemento oggetto.
- In ci penso si usa il verbo pensare intransitivo e ci ha la funzione di complemento locativo ("indica il luogo, reale o metaforico, verso cui è rivolto il pensiero").
- Pensare non regge un complemento di termine: per questa ragione i pronomi gli o le non si possono usare con questo verbo.
Come puoi vedere in questo articolo dell'Accademia della Crusca, il verbo
pensare può essere
sia transitivo che intransitivo.
L'uso che hai riportato nella domanda
pensare a qualcuno/qualcosa
corrisponde al verbo intransitivo.
Se invece dico
Penso che, su Italian.SE, votare sia molto importante
sto facendo un uso transitivo del verbo. Tu potresti rispondere usando il pronome lo per sostituire il complemento oggetto
Lo penso anch'io.
Potresti anche dire
Anch'io la penso così
usando il pronome femminile la come complemento oggetto.
L'articolo citato spiega che questi due verbi, pensare transitivo e pensare intransitivo hanno significati leggermente diversi:
Anche a livello semantico ci sono sottili differenze tra pensare transitivo che viene così definito, nel Grande Dizionario italiano dell'uso curato da Tullio De Mauro: "raffigurare con la mente, esaminare con il pensiero, anche escogitare, inventare" e pensare intransitivo, che invece assume il significato di "avere il pensiero rivolto a qualcuno o a qualcosa", con una connotazione affettiva che nel primo caso è meno rilevante.
Perché quando si usa il verbo intransitivo in una frase come, per esempio,
Penso al mio fidanzato
non diventa "*gli penso"? Il punto chiave per rispondere a questa domanda è spiegato all'inizio dell'articolo:
Il verbo pensare può essere [...] intransitivo e reggere un complemento indiretto, che però non è un complemento di termine, ma un locativo.
Il pronome gli sostituisce un complemento di termine, ma nelle espressioni
pensare a qualcuno/qualcosa
"a qualcuno" o "a qualcosa" non hanno la funzione di complemento di termine, ma di locativo ("pensare a qualcuno/qualcosa" vuol dire "avere il pensiero rivolto a qualcuno/qualcosa"). Quindi, "al mio fidanzato" nella frase precedente non è complemento di termine e, per questa ragione, non può essere sostituito dal pronome gli.
Questo spiega anche perché invece si può usare la particella ci con pensare intransitivo, come hai fatto notare nella domanda:
Nella forma intransitiva il verbo pensare è seguito da un complemento retto dalla preposizione a, complemento che però, contrariamente a quello che potrebbe sembrare, non è un complemento di termine, ma un complemento che indica il luogo, reale o metaforico, verso cui è rivolto il pensiero. Nel passaggio dalla forma tonica che segue il verbo, tipo "sto pensando a lei", alla forma atona che invece precede il verbo, proprio in virtù del fatto che si tratta di un locativo, viene inserito il clitico ci, quindi "ci sto pensando", anche quando l'oggetto del pensiero sia una persona.
Nello stesso modo
Penso al mio fidanzato
diventerebbe
Ci penso.
Non è una frase tanto comune, ma si potrebbe anche dire usando pensare transitivo
Penso il mio fidanzato
che avrebbe il senso di "raffiguro con la mente il mio fidanzato" (l'articolo dell'Accademia della Crusca riporta l'esempio "penso lui ancora giovane e snello"). In questo caso, "il mio fidanzato" è complemento oggetto e si può sostituire con il pronome lo in questo modo:
Lo penso.