In questo articolo nel blog dell'Istituto Europeo Firenze si può leggere:
Partiamo dal nord: in Valle d’Aosta, sentirete dire che quel ragazzo
ha schissato la scuola, ma nel vicino Piemonte esistono già diverse
varianti a seconda della provincia, anche se la più diffusa è
tagliare. In Lombardia sentirete dire scavallare se vi trovate in
Brianza, altrimenti impiccare in provincia di Bergamo, bigiare a
Milano, mentre a Sondrio salano la scuola. In Veneto si dice far
manca, ma anche brusare (bruciare) e far berna. Nelle Dolomiti
bellunesi, esiste la variante fare plao. In Trentino troviamo i
vocaboli delle regioni vicine, con qualche variante: fare blao, ma
anche bruciare a Bolzano, bigiare a Trento. In Friuli la versione
udinese è molto vicina all’italiano standard: andare in marina. Gli
studenti di Trieste e Gorizia invece dicono fare lipe o lippa. In
Liguria si dice saltare, conigliare, o forcare (come nella vicina
Toscana). Se andate in Emilia Romagna, sentirete così tante varianti
che vi si confonderanno le idee: per citarne qualcuna, salare a
Piacenza, fare buco o fare fuoco a Bologna, fare fuga a Reggio Emilia
e fare puffi a Rimini. Anche la Toscana non è da meno: a Firenze si
usa dire fare forca, ma ad Arezzo fare chiodo, mentre a Livorno si fa
brucia e a Pisa si fa bu’a, solo per dire alcune. In Umbria non c’è
modo di sbagliarsi: si fa salina, mentre nelle Marche si fa sega, come
nel Lazio. In Abruzzo sentirete un simpatico fare cuppo o cuppare,
mentre nel vicino Molise si dice o fare spago o fare filone, come in
Campania. In Puglia esistono molte varianti a seconda della provincia
in cui ci si trova: nel Salento si usa nargiare, mentre nelle province
settentrionali ritroviamo fare filone e fare fruscio. Anche in
Calabria abbiamo l’imbarazzo della scelta: fare sciampalè, addrazzare,
zumpare sono solo alcune delle varianti. In Basilicata si usano
varianti delle regioni vicine, come fare filone e azzuppà; in Sicilia
si dice buttarsela e in Sardegna fare vela.