Si tratta di una domanda correlata a questa, che è ancora senza una risposta completa.
In quella domanda ho citato questa terzina di Dante, di suprema bellezza e intensità:
Tu lascerai ogne cosa diletta
più caramente; e questo è quello strale
che l’arco de lo essilio pria saetta.
(Paradiso XVII, 55-57).
Immaginate che io voglia parafrasare in italiano moderno il secondo emistichio, usando "freccia" al posto di "strale": come dovrei fare l'accordo della locuzione "per primo/a"? Con il soggetto "l'arco" o con l'oggetto diretto "la freccia"? Cioè, si dovrebbe dire
e questa è la freccia che l'arco dell'esilio saetta per primo
oppure
e questa è la freccia che l'arco dell'esilio saetta per prima?
Queste due mie frasi hanno significati diversi? Ho l'impressione che la risposta a questa ultima domanda sia affermativa, ma non ne sono del tutto sicura. La mia ipotesi è che, nel primo caso, sia implicito l'uso di parecchi archi e che l'espressione faccia riferimento al primo arco a essere utilizzato per lanciare una freccia, mentre il secondo si riferirebbe al primo dardo saettato da un arco usato per lanciare più di una freccia. È così?