Nel libro Parola di Dante di Luca Serianni ho letto (grassetto mio):
Tra le più precoci citazioni di Dante ci sono tre luoghi del volgarizzamento dell’Eneide del senese Ciampolo di Meo degli Ugurgieri, probabilmente risalente agli anni 1315-1321; eccone uno, la descrizione di Cerbero (Eneide, VI 417-421), che è notoriamente l’ipotesto della rielaborazione dantesca, di cui Ciampolo cita puntualmente le parole: «Cerberus haec ingens latratu regna trifauci / personat» → «Cerbero, fera crudele e diversa, con tre gole caninamente latra» (cfr. Inf., 6 13-14).
Non sono sicura di capire cosa significhi "ipotesto" nel contesto del brano citato. Immagino abbia a che vedere con il fatto che Dante si sia basato sull'Eneide di Virgilio per fare la sua descrizione di Cerbero.
Sul dizionario Hoepli ho trovato
L'insieme del materiale testuale che sta alla base di un ipertesto.
Tuttavia, questa accezione, così come quella di "ipertesto" nello stesso vocabolario, sembrano fare riferimento esclusivamente all'ambito dell'informatica.
Potreste spiegarmi il significato di "ipotesto" in questo contesto?