Nel libro Prima lezione di storia della lingua italiana, di Luca Serianni, ho letto (grassetto mio):
Nella bella introduzione che Ghinassi scrisse per una ristampa della Storia (1988) – bella appunto perché nient’affatto celebrativa e oleografica – emergevano due riserve, due prese di distanza. La prima è legata alla ricostruzione storica “a una sola arcata”, «dai placiti cassinesi o da Dante ai tempi nostri, secondo uno schema prospettico che appiattisce sul presente un passato secolare, poggiando magari sul presupposto, pure miglioriniano, che la nazione e la coscienza nazionale italiana sia nata già, miracolosamente compiuta, al tempo di Dante, anzi sia stata creata da Dante stesso».
Sul vocabolario Treccani ho visto che il verbo "appiattire" ha l'accezione seguente:
In senso fig., ridurre a un livello più basso: a. le retribuzioni; anche avvilire, togliere vivacità e originalità: la monotonia appiattisce la vita
Tuttavia, non riesco a capire il significato di questo termine nel brano sopra citato. Forse qualcosa come "rendere banale" o "dare una visione superficiale"?