So che le locuzioni "a mano a mano", "man mano" e "mano a mano" significano successivamente, progressivamente, a poco a poco. Mi chiedo però se queste si usano ugualmente o se invece qualcuna si usa di più delle altre, o se ci sono differenze di registro nell'uso di queste espressioni.
Ho trovato esempi di uso di tali locuzioni in alcuni libri che ho letto:
A mano a mano:
Si sentiva a mano a mano, col sangue, mancar la vita, a mano a mano le forze raffievolendo scemare; era già fredda... (Luigi Pirandello, Scialle Nero).
A mano a mano ho postillato il mio libro, ho aggiunto fogli e foglietti e il mio viaggio non è più alle mie spalle, è presente e futuro, si specchia negli occhi delle mie donne (Maria Bellonci, Marco Polo).
Man mano:
Man mano che avanzavano verso lo studio, una girava l'interruttore e l'altra lo spegneva nella stanza precedente col ritmo e la sincronia di un balletto privo di musica (Simonetta Agnello Hornby, La mennulara).
Man mano che procedeva nella scrittura l'autore era assalito dall'ansia della comunicazione (dalla Premessa di Giocchino Lanza Tomasi per l'edizione di Feltrinelli di Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa).
Man mano che procedeva la corsa sentiva calmarsi la furia che lo aveva posseduto per tutta la vita (Mariolina Venezia, Mille anni che sto qui).
Di "mano a mano" non ho trovato nessun esempio nei miei libri, ma sì su Google Books:
- Mano a mano che il monologo procede, percepisco, nelle sue parole, un formidabile disprezzo per “gli altri”, per quella insulsa parte del genere umano che non figura nel novero degli “iniziati” alla politica (Giancarlo de Cataldo, In giustizia).