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In un commento a questo post si è menzionato che usare "gli" invece di "loro" per la terza persona plurale del pronome personale complemento di termine "si sente sempre di più ma è ufficialmente scorretto". Si è detto anche che molti italiani sbagliano su questo aspetto, cioè usano "gli" invece di "loro".

Comunque, i miei libri di grammatica per studenti stranieri ammettono gli come forma atona della terza persona plurale del pronome personale complemento di termine. In Grammatica e pratica della lingua italiana per studenti stranieri di Federica Colombo (edizioni ELI) appaiono questi esempi:

  • "Ho parlato con Cristina e Mario, gli ho chiesto se stasera vogliono venire a cena da noi."

  • "Ho parlato con Cristina e Mario, ho chiesto loro se stasera vogliono venire a cena da noi."

Questo libro afferma che la forma col pronome gli è più comune oggi, soprattutto nel parlato.

Immagino dunque che non si tratti di "forma corretta" versus "forma sbagliata", ma di forma più formale o meno. È così? E se è così, fino a che punto questo uso del pronome "gli" è da considerarsi informale?

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    Sono contento di aver scatenato la discussione :) Mar 17, 2015 at 8:42
  • È più comune sentire gli ho chiesto piuttosto che ho chiesto loro, anche in un contesto formale. Credo che in questo caso la regola sia stata sopraffatta dall'evoluzione naturale della lingua parlata. Ho chiesto loro, nonostante sia la forma "ufficiale", suona come un costrutto antico, in quanto non se ne fa più uso nella lingua parlata. Mar 17, 2015 at 8:56
  • 1
    Non è affatto sbagliato gli ho chiesto invece di ho chiesto loro; è una forma perfettamente accettabile, anche se certi pedanti grammatici storcono il naso (appoggiati dalle grammatiche per la scuola elementare).
    – egreg
    Mar 17, 2015 at 10:25
  • 1
    @egreg Posso usare "pedante grammatico" nella mia descrizione su SE? Mar 17, 2015 at 12:04
  • @writingthesis Senz'altro. ;-)
    – egreg
    Mar 17, 2015 at 12:34

3 Answers 3

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Oltre al già citato Treccani, anche la Crusca lo riconosce:

Per riassumere, l'uso di gli in luogo di loro, a loro, a essi e a esse è da considerare senz'altro corretto (Ora vado dai tuoi amici e gli dico che la devono smettere di fare chiasso), tranne che, forse, nel caso di registri altamente formali (Il parroco espresse loro le sue più sentite condoglianze).

A me personalmente non piace, ma questa è un'altra storia.

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    +1 per "a me personalmente non piace" Mar 17, 2015 at 12:50
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Gli: (Treccanionline)

  • L’uso della forma pronominale atona gli in funzione di complemento di ➔termine in riferimento non solo al maschile singolare, ma anche al maschile plurale è ormai da considerarsi accettabile in quasi tutti i livelli di lingua. Nel parlato colloquiale, quest’uso è molto comune.

    • Ho incontrato i suoi genitori e gli ho chiesto di salutarmelo

    • Senti Mario e Paola: domandagli se ci raggiungono per l’aperitivo

  • Ma si trova ampiamente attestato anche in tutta la tradizione letteraria:

    • Chi si cura di costoro a Milano? Chi gli darebbe retta? (A. Manzoni, I promessi sposi)
  • A favorire l’uso di gli al plurale c’è anche il fatto che il pronome loro è bisillabico (e dunque tonico, a differenza di tutti gli altri pronomi personali di questo tipo) e dev’essere sempre posto dopo il verbo i suoi familiari non seppero nulla per quattro anni. Non venne mai detto loro se era stato accusato di qualche reato, processato o imprigionato («Corriere della Sera»).

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Usare gli al plurale non è mai stato sbagliato:

Ma poi che con loro in piacevoli ragionamenti entrata fu, essendosi alquanto partito messer Torello, essa piacevolmente donde fossero e dove andassero gli domandò …

—Giovanni Boccaccio, c. 1353, Il Decameron, terza giornata, nona novella

… io credo che il più presentaneo rimedio sia il battere alli Padri Gesuiti, come quelli che sanno assai sopra le comuni lettere de’ frati: però gli potrà dar la copia della lettera, ed anco leggergli, se le piacerà, questa che scrivo a lei …

—Galileo Galilei, 1615, lettera a Piero Dini

La legge l’hanno fatta loro, come gli è piaciuto …

—Alessandro Manzoni, 1827, I promessi sposi, capitolo VI

Chi si cura di costoro a Milano? Chi gli darebbe retta?

—Alessandro Manzoni, 1827, I promessi sposi, capitolo XI

Così il trambusto andava sempre crescendo a quel primo disgraziato forno; perché tutti coloro che gli pizzicavan le mani di fare qualche bell’impresa, correvan là, dove gli amici erano i più forti, e l’impunità sicura.

—Alessandro Manzoni, 1827, I promessi sposi, capitolo XII

Lì non era altro che una, lasciatemi dire, accozzaglia di gente varia d’età e di sesso, che stava a vedere. All’intimazioni che gli venivan fatte, di sbandarsi e di dar luogo, rispondevano con un lungo e cupo mormorio; nessuno si muoveva.

—Alessandro Manzoni, 1827, I promessi sposi, capitolo XIII

Infatti, gli singolare e gli plurale hanno etimologie diverse:

Dal punto di vista etimologico, il 'gli' in questione deriva da due distinti dativi pronominali latini: 'illi' (singolare, comune a tutti i generi: 'a lui', 'a lei'), e 'illis' (plurale, anch’esso comune a tutti i generi: 'ad essi', 'ad esse'), ossia, pur coincidendo come forma, il 'gli' pronome singolare e quello plurale hanno origine diversa tra loro …

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