Nel romanzo Non so niente di te di Paola Mastrocola, pubblicato da Einaudi, ho letto (il corsivo è mio):
Anche quando ha ragione, anche quando basterebbe una frase per mettere tutti in riga, e lui, novantanove volte su cento ce l'avrebbe quella frase, eccome se ce l'avrebbe! Ma non la usa. Semplice, non la dice. Anzi, piú è convinto di aver ragione, di avere in tasca la risposta giusta, piú sta zitto. È come se dicesse: «Che bisogno c'è?» Quello è il suo motto, Jeremy glielo ha sentito dire cosí tante volte. «Che bisogno c'è?» Per Fil non c'è mai bisogno di fare niente. Lui preferisce levarsi dalla mischia, incamminarsi per certi suoi sentierini ombreggiati, per certi praticelli digradanti che si porta disegnati nella mente, sicuro che se li porta, Jeremy lo sa bene!
Siccome una ricerca su Google mi dà alcune occorrenze dell'espressione "levarsi dalla mischia" nelle quali il vocabolo "mischia" non sembra inteso in senso letterale, mi chiedo e vi chiedo: si tratta di un modo di dire? Penso che, dopo aver letto la definizione di "mischia" in alcuni dizionari, il significato l'abbia più o meno capito dal contesto. Tuttavia, mi piacerebbe leggere le vostre spiegazioni sul senso di questa espressione.