Nel romanzo Una questione privata di Beppe Fenoglio, pubblicato da Einaudi, ho letto:
Uno che si chiamava Polo si incaricava lui dell’operazione e chiese le forbici alla madre della maestra. La vecchia stava tutta incantata, era contenta che non gliela fucilavamo ma nel medesimo tempo sbalordita dalla novità dello sfregio che le avremmo fatto, e cosí non dava retta a Polo. «Sbrigati, zia, – le diceva Polo toccandole i fianchi, i capelli ricrescono, la pelle no». Intanto l’avevano presa e la insaccarono su una sedia, a cavalcioni. La gonna le montò su, mostrava mezze le coscie.
La mia domanda è sul significato di "insaccare" in questo brano. Ho cercato il vocabolo nel vocabolario Treccani, ma non riesco a capire a quale accezione corrisponda. Si riferisce all'accezione 3 d?
Ammassare persone o cose in uno spazio stretto: insaccarono i prigionieri in pochi carri bestiame e li trasportarono in un campo di concentramento. Come intr. pron., e più raram. come intr. (aus. essere), finire in una sacca, entrare pigiandosi in luogo stretto e chiuso, e spec. in luogo da cui sia difficile uscire: nel tentativo di evitare l’ingorgo del traffico, ci eravano incautamente insaccati in una strada senza sbocco; dalla piazza de’ Mercanti, la marmaglia insaccò, per quell’altr’arco, nella via de’ fustagnai (Manzoni).