Nel romanzo Rossovermiglio di Benedetta Cibrario ho letto:
Se capisse, gli direi che tutte le lacrime – e non solo quelle per Enrico – che non possono solcarti le guance se ne vanno da un'altra parte, scavano dentro, sotterranee come certi fiumi, anzi, incanalate così hanno una forza e una violenza che brucia e corrode, consuma il cuore e allappa il cervello come i cachi acerbi.
Ho cercato il significato del verbo "allappare" nel vocabolario Treccani e ho trovato:
Allegare i denti, dare alla bocca la sensazione acre che producono i frutti aspri o acerbi: un sugo che allappa la bocca (o assol. che allappa); un sapore amarognolo gli allappava il palato (Cicognani).
Tuttavia, non capisco il senso di "allappare il cervello" nel brano precedente. Me lo sapreste spiegare?