Ecco un frammento di una lettera che Vittorio Gassman scrisse a un suo compagno quando stava studiando nella Accademia d'arte drammatica. Il testo appare nel libro autobiografico Un grande avvenire dietro le spalle.
Il prossimo anno non giocherò più. Non che io senta stanchezze o logorii; le gambe rispondono, scattano, «sanno» tutto del gioco. Sanno troppo, ecco il punto; non c'è più mistero, la bambola è sventrata, i congegni svelati. Gioco via via con sempre meno curiosità per l'evento puramente atletico, spio nelle sollecitazioni muscolari, nelle tattiche e nelle combinazioni il ponte analogico con l'agone teatrale che ci ha ormai definitivamente ammaliati.
Il brano si riferisce al gioco della pallacanestro, praticato da Gassman quando era giovane.
Non riesco a cogliere il senso dell'espressione "agone teatrale" nel brano precedente. Ho letto tutte le accezioni del vocabolo "agone" nel vocabolario Treccani, ma continuo a non capire bene il significato. Sapreste spiegarmelo?