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Qualche giorno fa mi sono trovato a comporre una frase con il participio passato del verbo prudere, ma quando sono andato per pronunciarlo mi sono bloccato, imbarazzato, senza sapere che dire.

Secondo voi?

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  • 3
    Per rispondere a una domanda così basta consultare un qualsiasi dizionario.
    – DaG
    Mar 21, 2017 at 8:15

1 Answer 1

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Prudere è un verbo intransitivo della II coniugazione, coniugato nella forma attiva con nessun ausiliare, e soprattutto è un verbo difettivo, cioè mancante del participio presente e passato e di alcune persone del passato remoto.

Inoltre da un post sul forum dell'Accademia della Crusca si legge:

Verbi in «-údere» Tutti i verbi in -údere hanno il passato remoto (nella 3a persona singolare) in -use e il participio passato in -uso. Tranne prudere, il cui passato remoto è prudé o prudette: essendo un verbo regolare, credo che il suo inesistente participio passato, se, per qualche motivo, dovessimo coniarlo sei secoli dopo la prima attestazione dell’infinito, non potrebbe essere altro che l’“orrido” pruduto.

È probabile che la difettività del verbo risieda nel fatto che nessuno sente spesso la necessità di parlare di prurito in un tempo composto. Forse perché la sensazione viene menzionata verbalmente solo nel «presente della coscienza» (indicativo presente e imperfetto). Non riesco a immaginare neanche un contesto per il pur esistente passato remoto.

In ogni caso, anche senza inventare un participio passato, si può sempre usare, per i tempi composti, l’espressione «avere/sentire prurito».

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  • In realtà sembra che il participio presente sia accettato come "prudente". Apr 30, 2018 at 14:24
  • 4
    Credo che prudente (aggettivo) sia un "falso amico" e che non abbia nulla a che vedere col verbo prudere (causare prurito)
    – DDS
    May 13, 2019 at 13:39
  • 3
    Non ha molto a che fare con questa domanda, ma dal dizionario Treccani l'origine del latino prudens viene data come riduzione di providens (pronunciato qualcosa come prouidens), e non ha niente a che fare con prudere (che deriva dal latino prurire per dissimilazione). Il participio presente "etimologicamente corretto" di prudere è *pruriente, che però sembra in disuso e in ogni caso mai attestato fuori dal gergo medico.
    – Denis Nardin
    May 14, 2019 at 8:28
  • 1
    Incidentalmente, sono in disaccordo con il post di Marco1971 sul forum dell'Accademia della Crusca: se decidessimo di dotare prudere di un participio passato, c'è un'ovvia scelta etimologica che non dovrebbe essere troppo difficile da "vendere" al grande pubblico: prurito.
    – Denis Nardin
    May 14, 2019 at 8:37
  • 1
    "Proprio in quel momento così importante mi prudette il naso..." Questo solo per smentire l'affermazione "Non riesco a immaginare neanche un contesto per il pur esistente passato remoto." Così come "mi prude il naso come non mi aveva mai ... prima". Insomma, in ossequio alla teoria dello sviluppo della lingua secondo l'anomalia, non esiste una ragione "logica" per la mancanza di alcuni tempi nei verbi difettivi, ma solo un, a volte casuale, mancato loro uso storico... Jun 9, 2019 at 16:10

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