Ho trovato in questo articolo intitolato "Resilienza ovvero lo spregiudicato invito a innovare" un approfondimento sia sul significato che sulla diffusione del termine resilienza anche in altri contesti.
In particolare:
La prima volta che sentii utilizzare la parola resilienza fu nel 2010
ad un convegno che tesseva le meritate lodi della capacità della
cooperazione sociale di resistere all’onda d’urto della crisi. In un
primo momento credetti di averla confusa con le parole residenza o
resistenza, ma ci misi poco a raccogliere le prove che confermavano la
mia prima impressione. In rete si trovava già un’ampia sitografia,
anche se fu necessario attendere il 2013 perché in Italia la fama
della parola esplodesse con tutta la sua forza, attraverso una
lunghissima serie di post, articoli, approfondimenti ed eventi.
E qui ne viene spiegato (in maniera accademica) il processo di diffusione:
Attraverso un processo di traslazione (Translating organizational change , Czarniawska-Sevon, 1996; Global ideas: how ideas, objects and practices travel in a global economy, Czarniawska-Sevon, 2005)
il concetto di resilienza si è spostato dall’ambito
tecnico-scientifico a quello dell’ecologia, della sociologia,
dell’economia, della psicologia etc. Marco Belpoliti (2015) ne ha
tracciato un’ottima sintesi in Resilienza: l’arte di adattarsi.
Per quanto riguarda il riferimento di Belpoliti vale la pena soffermarsi sul seguente passaggio:
"Resilienza" è più recente, rimonta al Settecento ("capacità di un
materiale di resistere agli urti senza spezzarsi"), sebbene il suo uso
in campo metallurgico sia del 1932. L'etimo è esplicito: "saltare
indietro". Tuttavia la sua apparizione nel dibattito attuale (nel web
ora sono migliaia i siti e gli articoli connessi al termine
resilience) è merito degli psicologi.
Emmy Werner lo usò per la prima volta nel 1955 studiando 698 neonati
dell'isola Kauai nelle Hawaii nell'arco di trent'anni. Secondo la
psicologia tradizionale molti di loro avrebbero presentato in futuro
situazioni di disagio psichico, per via delle condizioni delle
famiglie d'origine. Werner verificò che invece 72 di loro erano
riusciti a migliorare le loro condizioni nell'età adulta, raggiungendo
un livello di vita buono. Merito della loro resilienza.