Riproduco per intero un enimma di Tommaso Stigliani (1573-1651) sulle forbici:
A un tempo stesso io mi son una, e due,
E fo due ciò ch'era una primamente.
Una mi adopra con le cinque sue
Contra infiniti che in capo ha la gente.
Tutta son bocca dalla cinta in sue,
E più mordo sdentata che con dente.
Ho due bellichi a contrapposti siti,
Gli occhi ho ne' piedi, e spesso a gli occhi i diti.
Ho marcato in corsivo la parte che suscita dubbi.
Non riesco a capire quella cinta. Le forbici sono come una bocca che mangia tutto, capisco solo questo; ma non c'è nessun muro ovvio (per Treccani #1). E gli altri sensi pare siano anche meno rilevanti; certo, non sono ovvi. Non capisco anche che cosa sono «le sue», di chi sono ecc (sempre nel verso #5; quelle «sue» nel verso #3 sono ovvie).
Potreste spiegarmi la frase marcata? Grazie!