Spesso nel parlare e anche nello scrivere si usano frasi incomplete o non perfettamente corrette, nella logica e anche per quanto riguarda l'informazione fornita.
Di fatto il messaggio arriva correttamente all'interlocutore, che lo completa delle parti mancanti attraverso la propria interpretazione.
Ad esempio se allo sportello bancario chiedo al cassiere che mi conosce: "Mi puoi dire quanto ho sul conto?" Lui mi risponderà fornendomi l'importo a saldo del mio conto corrente.
Potrebbe rispondermi più correttamente con: "Se ti riferisici al tuo conto corrente presso di noi, te lo posso dire, altrimenti no." Senza fornirmi l'informazione che mi serve, ma in quel caso penserei che è poco intelligente, e perderei tempo a fargli una domanda più precisa, del tipo:
"Per favore dimmi l'importo in euro del saldo contabile del mio conto corrente presso di voi al momento attuale, e nel caso in cui questo non corrisponda al saldo disponibile, elencami le eventuali operazioni non ancora contabilizzate."
Non esiste una regola grammaticale che stabilisce quando si possano omettere delle informazioni, è una scelta libera di chi formula una frase, basata sulla sua esperienza e magari su altri fattori, come fretta, pignoleria, grado di confidenza, importanza della comunicazione. Il rischio legato a questa scelta è di non farsi capire, o di perdere tempo inutilmente, o ancora di essere noiosi.
Ad esempio se al direttore della stessa banca pongo la domanda: "Che informazioni avete sul mio conto?" Non è chiaro se sto parlando del mio conto corrente o della mia persona, e facilmente ci saranno dei malintesi, probabilmente l'interlocutore mi chiederà dei chiarimenti prima di rispondere.
Questo vale per le frasi polirematiche come per altri tipi di frase.
Nel caso di "staccare la spina", posso dire a un mio collega: "Ho lavorato troppo oggi, ho bisogno di staccare" e lui capirà perfettamente cosa voglio dire. In altri contesti la frase potrebbe non essere chiara se incompleta.