L'inversione di soggetto e verbo non cambia mai la natura del soggetto. Se dici
oggi vado io
non avresti alcun dubbio che io è il soggetto. La frase potrebbe essere detta in un contesto in cui c'è un compito quotidiano da svolgere a turno e, per esempio, oggi non toccherebbe a me, ma ci vado al posto di qualcun altro. Il soggetto posposto dà un'enfasi particolare che non si avrebbe nel caso di io vado oggi (che potrebbe invece implicare un e tu vai domani).
In italiano il pronome soggetto è spesso omesso; solo in alcuni casi è necessario e uno è la risposta alla domanda “chi è?”. La risposta potrebbe essere solo io, sottintendendo il verbo.
Dunque sono io ha io come soggetto e non potrebbe essere altrimenti. In questo caso l'inversione è normale in molte varietà di italiano, ma Montalbano sono ci dice che non è così dappertutto.
Nell'esempio di questo sei tu l'inversione pone l'enfasi in modo diverso da tu sei questo che potrebbe essere il caso in cui nella fotografia ci sono più bambini e la madre ne indica uno. Non cambia il fatto che tu è il soggetto e sei questo il predicato nominale. Non a tutti questo è chiaro, tanto che è frequente sentire qualcosa come questo sei te, dove il soggetto posposto è forse percepito come un caso indiretto.
A volte si ha l'inversione anche con un verbo transitivo: il pane lo compri tu. Qui però appare un pronome pleonastico che nell'analisi logica non andrebbe da nessuna parte: il pane è il complemento oggetto, compri il predicato verbale e tu il soggetto. O forse è semplicemente un anacoluto: il pane, lo compri tu e, su questo, l'analisi logica non può aprire bocca.