Nel racconto L'aria della sera di Silvio D'Arzo ho letto queste parole che scrive la madre de l'io narrante in un biglietto:
«Se non hai terrore di una giornata da vecchi, – mi diceva nel suo breve biglietto, – datti pena di ricordarti che a ventisei chilometri scarsi dalla tua pensione di studente c’è ancora la casa tua e di tua madre. Caso mai tu te ne fossi scordato in questi anni... Tengo però ad avvertirti che il convento non potrà passare gran che: e se troverai modo di rallegrarti lo stesso di una giornata del genere, allora, il mio povero caro, sarò proprio costretta a concludere che il tuo lunario è di tutta Quaresima. Né piú né meno che il mio».
La mia domanda è sul senso dell'espressione "il convento non potrà passare gran che" in questo brano. Mi chiedo, e vi chiedo, se il suo significato è più o meno quello che si spiega alla voce "convento" del dizionario di modi di dire Hoepli, cioè che il cibo che c'è in quella casa è scarso o di cattiva qualità e l'io narrante dovrà accontentarsi con questo. È possibile usare l'espressione "il convento passa" in questo senso figurato senza adoperare esattamente le frasi fatte "prendere quel che passa il convento" o "mangiare quel che passa il convento", che sono quelle che appaiono nel dizionario? Se è così, potreste fare qualche esempio?