Nel libro Non ora, non qui, di Erri De Luca, ho letto:
Ho avuto vent’anni e il freddo delle anticamere. Una, la più strana, rammento. Mi presentai tra molti a un provino cinematografico per una piccola presenza in un film. Sapevo che si sarebbe svolto in un campo di prigionia tedesco. Quando toccò a me, mi dissero di avanzare. Ero su un palcoscenico illuminato e in platea sedevano i responsabili. Non riuscivo a vederli per la forte luce che mi copriva. Avanzai col mio passo sghembo a cantilena. Si aspettavano un ingresso marziale perché stavano esaminando i ruoli secondari delle guardie del campo. Non potevo saperlo. Risero. Dal buio della sala vennero risa antiche, un rumore già conosciuto. Non me ne andai, non arrossii. Aspettai che finisse, ma stentavo a muovermi. Un gelo mi aveva preso le gambe, come altre volte la lingua. Rimasi rigido e storto con gli occhi aperti a frugare il buio, il vuoto sulle loro teste, finché uno mi chiese se avevo fatto il servizio militare.
Ho cercato il vocabolo "cantilena" in parecchi dizionari, ma non capisco il senso dell'espressione "a cantilena" in questo brano. Me lo sapreste spiegare?