Nel libro Racconto d'autunno, di Tommaso Landolfi, ho letto:
Confesso che mi venne la tentazione di saltargli addosso, ma ne fui distolto da due ordini di considerazioni. Il primo assai poco onorevole, e fu il pericolo che avrei corso a farlo: i cani infatti, anche stavolta presenti, vedendo il padrone scuotermi in quel modo già mi si avvicinavano minacciosi. Il secondo, più meritorio, riguardava tutte le buone ragioni ostanti di umanità, gratitudine eccetera. Così poste le cose, l'unica era subire con filosofia il rabbuffo.
Alla voce "ostare" del vocabolario Treccani ho trovato che "ostante" significa
che è d’impedimento, che si oppone
e le definizioni che ho visto in altri dizionari sono simili. Tuttavia, non riesco a capire il senso di questo "ostanti" che appare nel testo sopra citato. Me lo sapreste spiegare?