Nel romanzo Il contesto, di Leonardo Sciascia, ho letto:
Varga fece una tirata sul cinismo dell'imputato, finì proclamando: "E dunque, anche ammettendo che la signora avesse avuto la capacità di concepire e di attuare un così diabolico disegno (e perché poi, se nemmeno il marito riusciva a indicare un interesse, un movente?), è pensabile fosse arrivata a sacrificare l'innocente bestiola cui, per ammissione di colui che vorrebbe rovesciare su di lei l'accusa che lo stringe, era tanto affezionata?". Per l'aula rameggiò un sussurro di indignazione, di incredulità; la presidentessa della Protezione Animali, presente a tutte le udienze nella qualità e in quanto amica della signora, gridò: "Impossibile!" e l'avvocato fece verso il farmacista un segno che voleva dire irrimediabilmente persa la causa.
Potreste spiegarmi il significato di "rameggiò un sussurro" in questo passaggio? Ho cercato il verbo "rameggiare" in parecchi dizionari, ma non ho trovato niente che abbia senso in questo contesto.