Nel racconto Ma il mio amore è Paco, di Beppe Fenoglio, ho letto:
Il colonnello incrociò le sue carte, Paco stette con sei, il colonnello gli scoprí un bel sette. – Subisco, – rantolò mio zio passandosi una mano sugli occhi.
Ho cercato il verbo "subire" in alcuni dizionari, ma non riesco a capire il suo significato in questo passaggio. Me lo sapreste spiegare?
Aggiornamento:
Ecco alcuni estratti dal racconto precedenti a quello riportato prima che parlano del gioco di carte che si sta svolgendo:
Ci fu un paio di smazzate. Paco perdeva, malgrado la sua capacità di calcolo Maggiorino non poteva dir quanto, e perché è sovrumano seguire il gioco in tutti i suoi alti e bassi e perché mio zio teneva non sul tavolo ma in grembo il suo mucchio di denaro.
Finalmente il banco gli diede tre colpi buoni. Il colonnello glielo batté, solo ed intero. Paco ebbe paura e lo passò, voltandosi colse negli occhi di Maggiorino un lampo di approvazione. Racca offrí per il banco e se lo aggiudicò. Vinse ancora e mio zio bestemmiò grosso. Ma non aveva fede in quel banco e gli puntò contro un terzo della vincita che gli aveva procurato. Vinse ancora il banco. Paco gli ripuntò contro il doppio e riperse. Ripuntò mille lire e quel banco infernale diede il sesto colpo favorevole. Il colonnello crollava impercettibilmente la testa in direzione di mio zio, il quale: «Sto rovinandomi contro il mio banco buono! – urlava dentro di sé. – Un banco che bastava per Gemma e… e quel deficiente cornuto di Maggio che m’ha approvato!»
Madama controllò che rimanesse un’ultima mano nel mazzo agonizzante. Paco ripuntò le sue ultime duecento lire e riperse. Le orecchie gli ronzavano, ma senza impedirgli di cogliere i commenti di certi spettatori.
[...]
Ricominciarono. Nuovi curiosi salivano dal cortile, ma la sala era ormai intasata e i primi arrivati si degnavano di soffiare a quelli pigiati sulla scala o sul ballatoio notizie sull’andamento generale del gioco. Racca vinceva, il colonnello forse era in pari, tutti gli altri perdevano: Paco secondo nella graduatoria dei perdenti, a ruota del proprietario di Valdivilla. Questi motteggiava come se nulla fosse, chiamava Racca Lucifero, ogniqualvolta gli batteva banco annunziava che andava a visitar Lucifero a casa sua.
Dopo un lungo intervallo il banco ridiede a Paco tre colpi favorevoli. Era non piú di un brodino per un ammalato grave ma, per poco che durasse, poteva diventare panacea. I pidocchietti avevano già avanzato puntatine contrarie, poi il colonnello tamburellò con le dita e chiese banco solo.
Subito dopo il passaggio prima riportato si spiega come lo zio Paco, che ha perso tutti i suoi soldi in questo gioco, intima il suo amico Maggiorino di andare a casa sua a cercarne di più.