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Charo
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Pongo questa domanda a partire da un caso pratico. Provando a rispondere alla domanda L'espressione 'a fortiori' è italiana o latina? ho cominciato a consultare il dizionario Treccani online.

In esso l'espressione   "a fortiori" è riportata come appartenente alla lingua italiana con caratteristiche simili ad "a priori". Inoltre vi si trova anche "in vino veritas", che per la verità è riportata esplicitamente come una espressione latina. Ma in"in vino veritasveritas" appartiene alla lingua italiana o no? E'È di importazione?

Ora, mi rendo conto quanto sia difficile rispondere alla domanda in oggetto poiché la lingua è cosa viva, tuttavia penso si possano delineare alcuni limiti.

Ad esempio lo Zanichelli ha dei criteri chiari per decidere quali siano le parole che devono entrare nel dizionario. (sostanzialmente: se le utilizza il gruppo della 'gente colta').

Anche la treccaniTreccani riporta informazioni interessanti...

Tuttavia sono limiti piuttosto vaghi.

Quindi, in coclusione, vorrei fare una doppia domanda:

  1. Come si possono stabilire criteri o 'limiti' per cui una parola/espressione appartiene alla lingua italiana
  2. Le parole/espressioni straniere inserite nel dizionario, sono da considerarsi italiane? O meglio, si può dire che APPARTENGONO alla lingua italiana? O sono solo di importazione?

Pongo questa domanda a partire da un caso pratico. Provando a rispondere alla domanda L'espressione 'a fortiori' è italiana o latina? ho cominciato a consultare il dizionario Treccani online.

In esso l'espressione  a fortiori è riportata come appartenente alla lingua italiana con caratteristiche simili ad a priori. Inoltre vi si trova anche in vino veritas, che per la verità è riportata esplicitamente come una espressione latina. Ma in vino veritas appartiene alla lingua italiana o no? E' di importazione?

Ora, mi rendo conto quanto sia difficile rispondere alla domanda in oggetto poiché la lingua è cosa viva, tuttavia penso si possano delineare alcuni limiti.

Ad esempio lo Zanichelli ha dei criteri chiari per decidere quali siano le parole che devono entrare nel dizionario. (sostanzialmente: se le utilizza il gruppo della 'gente colta').

Anche la treccani riporta informazioni interessanti..

Tuttavia sono limiti piuttosto vaghi.

Quindi, in coclusione, vorrei fare una doppia domanda

  1. Come si possono stabilire criteri o 'limiti' per cui una parola/espressione appartiene alla lingua italiana
  2. Le parole/espressioni straniere inserite nel dizionario, sono da considerarsi italiane? O meglio, si può dire che APPARTENGONO alla lingua italiana? O sono solo di importazione?

Pongo questa domanda a partire da un caso pratico. Provando a rispondere alla domanda L'espressione 'a fortiori' è italiana o latina? ho cominciato a consultare il dizionario Treccani online.

In esso l'espressione "a fortiori" è riportata come appartenente alla lingua italiana con caratteristiche simili ad "a priori". Inoltre vi si trova anche "in vino veritas", che per la verità è riportata esplicitamente come una espressione latina. Ma "in vino veritas" appartiene alla lingua italiana o no? È di importazione?

Ora, mi rendo conto quanto sia difficile rispondere alla domanda in oggetto poiché la lingua è cosa viva, tuttavia penso si possano delineare alcuni limiti.

Ad esempio lo Zanichelli ha dei criteri chiari per decidere quali siano le parole che devono entrare nel dizionario. (sostanzialmente: se le utilizza il gruppo della 'gente colta').

Anche la Treccani riporta informazioni interessanti...

Tuttavia sono limiti piuttosto vaghi.

Quindi, in coclusione, vorrei fare una doppia domanda:

  1. Come si possono stabilire criteri o 'limiti' per cui una parola/espressione appartiene alla lingua italiana
  2. Le parole/espressioni straniere inserite nel dizionario, sono da considerarsi italiane? O meglio, si può dire che APPARTENGONO alla lingua italiana? O sono solo di importazione?
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Pongo questa domanda a partire da un caso pratico. Provando a rispondere alla domanda L'espressione 'a fortiori' è italiana o latina?L'espressione 'a fortiori' è italiana o latina? ho cominciato a consultare il dizionario Treccani online.

In esso l'espressione a fortiori è riportata come appartenente alla lingua italiana con caratteristiche simili ad a priori. Inoltre vi si trova anche in vino veritas, che per la verità è riportata esplicitamente come una espressione latina. Ma in vino veritas appartiene alla lingua italiana o no? E' di importazione?

Ora, mi rendo conto quanto sia difficile rispondere alla domanda in oggetto poiché la lingua è cosa viva, tuttavia penso si possano delineare alcuni limiti.

Ad esempio lo Zanichelli ha dei criteri chiari per decidere quali siano le parole che devono entrare nel dizionario. (sostanzialmente: se le utilizza il gruppo della 'gente colta').

Anche la treccani riporta informazioni interessanti..

Tuttavia sono limiti piuttosto vaghi.

Quindi, in coclusione, vorrei fare una doppia domanda

  1. Come si possono stabilire criteri o 'limiti' per cui una parola/espressione appartiene alla lingua italiana
  2. Le parole/espressioni straniere inserite nel dizionario, sono da considerarsi italiane? O meglio, si può dire che APPARTENGONO alla lingua italiana? O sono solo di importazione?

Pongo questa domanda a partire da un caso pratico. Provando a rispondere alla domanda L'espressione 'a fortiori' è italiana o latina? ho cominciato a consultare il dizionario Treccani online.

In esso l'espressione a fortiori è riportata come appartenente alla lingua italiana con caratteristiche simili ad a priori. Inoltre vi si trova anche in vino veritas, che per la verità è riportata esplicitamente come una espressione latina. Ma in vino veritas appartiene alla lingua italiana o no? E' di importazione?

Ora, mi rendo conto quanto sia difficile rispondere alla domanda in oggetto poiché la lingua è cosa viva, tuttavia penso si possano delineare alcuni limiti.

Ad esempio lo Zanichelli ha dei criteri chiari per decidere quali siano le parole che devono entrare nel dizionario. (sostanzialmente: se le utilizza il gruppo della 'gente colta').

Anche la treccani riporta informazioni interessanti..

Tuttavia sono limiti piuttosto vaghi.

Quindi, in coclusione, vorrei fare una doppia domanda

  1. Come si possono stabilire criteri o 'limiti' per cui una parola/espressione appartiene alla lingua italiana
  2. Le parole/espressioni straniere inserite nel dizionario, sono da considerarsi italiane? O meglio, si può dire che APPARTENGONO alla lingua italiana? O sono solo di importazione?

Pongo questa domanda a partire da un caso pratico. Provando a rispondere alla domanda L'espressione 'a fortiori' è italiana o latina? ho cominciato a consultare il dizionario Treccani online.

In esso l'espressione a fortiori è riportata come appartenente alla lingua italiana con caratteristiche simili ad a priori. Inoltre vi si trova anche in vino veritas, che per la verità è riportata esplicitamente come una espressione latina. Ma in vino veritas appartiene alla lingua italiana o no? E' di importazione?

Ora, mi rendo conto quanto sia difficile rispondere alla domanda in oggetto poiché la lingua è cosa viva, tuttavia penso si possano delineare alcuni limiti.

Ad esempio lo Zanichelli ha dei criteri chiari per decidere quali siano le parole che devono entrare nel dizionario. (sostanzialmente: se le utilizza il gruppo della 'gente colta').

Anche la treccani riporta informazioni interessanti..

Tuttavia sono limiti piuttosto vaghi.

Quindi, in coclusione, vorrei fare una doppia domanda

  1. Come si possono stabilire criteri o 'limiti' per cui una parola/espressione appartiene alla lingua italiana
  2. Le parole/espressioni straniere inserite nel dizionario, sono da considerarsi italiane? O meglio, si può dire che APPARTENGONO alla lingua italiana? O sono solo di importazione?
Typo (dizionario), lowercase title
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Quando si può dire che una parola APPARTIENEappartiene alla lingua italiana?

Pongo questa domanda a partire da un caso pratico. Provando a rispondere alla domanda L'espressione 'a fortiori' è italiana o latina? ho cominciato a consultare il dizionario Treccani online.

In esso l'espressione a fortiori è riportata come appartenente alla lingua italiana con caratteristiche simili ad a priori. Inoltre vi si trova anche in vino veritas, che per la verità è riportata esplicitamente come una espressione latina. Ma in vino veritas appartiene alla lingua italiana o no? E' di importazione?

Ora, mi rendo conto quanto sia difficile rispondere alla domanda in oggetto poiché la lingua è cosa viva, tuttavia penso si possano delineare alcuni limiti.

Ad esempio lo Zanichelli ha dei criteri chiari per decidere quali siano le parole che devono entrare nel dizionareiodizionario. (sostanzialmente: se le utilizza il gruppo della 'gente colta').

Anche la treccani riporta informazioni interessanti..

Tuttavia sono limiti piuttosto vaghi.

Quindi, in coclusione, vorrei fare una doppia domanda

  1. Come si possono stabilire criteri o 'limiti' per cui una parola/espressione appartiene alla lingua italiana
  2. Le parole/espressioni straniere inserite nel dizionario, sono da considerarsi italiane? O meglio, si può dire che APPARTENGONO alla lingua italiana? O sono solo di importazione?

Quando si può dire che una parola APPARTIENE alla lingua italiana?

Pongo questa domanda a partire da un caso pratico. Provando a rispondere alla domanda L'espressione 'a fortiori' è italiana o latina? ho cominciato a consultare il dizionario Treccani online.

In esso l'espressione a fortiori è riportata come appartenente alla lingua italiana con caratteristiche simili ad a priori. Inoltre vi si trova anche in vino veritas, che per la verità è riportata esplicitamente come una espressione latina. Ma in vino veritas appartiene alla lingua italiana o no? E' di importazione?

Ora, mi rendo conto quanto sia difficile rispondere alla domanda in oggetto poiché la lingua è cosa viva, tuttavia penso si possano delineare alcuni limiti.

Ad esempio lo Zanichelli ha dei criteri chiari per decidere quali siano le parole che devono entrare nel dizionareio. (sostanzialmente: se le utilizza il gruppo della 'gente colta').

Anche la treccani riporta informazioni interessanti..

Tuttavia sono limiti piuttosto vaghi.

Quindi, in coclusione, vorrei fare una doppia domanda

  1. Come si possono stabilire criteri o 'limiti' per cui una parola/espressione appartiene alla lingua italiana
  2. Le parole/espressioni straniere inserite nel dizionario, sono da considerarsi italiane? O meglio, si può dire che APPARTENGONO alla lingua italiana? O sono solo di importazione?

Quando si può dire che una parola appartiene alla lingua italiana?

Pongo questa domanda a partire da un caso pratico. Provando a rispondere alla domanda L'espressione 'a fortiori' è italiana o latina? ho cominciato a consultare il dizionario Treccani online.

In esso l'espressione a fortiori è riportata come appartenente alla lingua italiana con caratteristiche simili ad a priori. Inoltre vi si trova anche in vino veritas, che per la verità è riportata esplicitamente come una espressione latina. Ma in vino veritas appartiene alla lingua italiana o no? E' di importazione?

Ora, mi rendo conto quanto sia difficile rispondere alla domanda in oggetto poiché la lingua è cosa viva, tuttavia penso si possano delineare alcuni limiti.

Ad esempio lo Zanichelli ha dei criteri chiari per decidere quali siano le parole che devono entrare nel dizionario. (sostanzialmente: se le utilizza il gruppo della 'gente colta').

Anche la treccani riporta informazioni interessanti..

Tuttavia sono limiti piuttosto vaghi.

Quindi, in coclusione, vorrei fare una doppia domanda

  1. Come si possono stabilire criteri o 'limiti' per cui una parola/espressione appartiene alla lingua italiana
  2. Le parole/espressioni straniere inserite nel dizionario, sono da considerarsi italiane? O meglio, si può dire che APPARTENGONO alla lingua italiana? O sono solo di importazione?
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Daniele B
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