Da un noto romanzo:
La risoluzione di Lodovico veniva molto a proposito per i suoi ospiti, i quali, per cagion sua, erano in un bell’intrigo.
A quel suono risposer subito di dentro le urla e le strida di mastini e di cagnolini; e, pochi momenti dopo, giunse borbottando un vecchio servitore; ma, veduto il padre, gli fece un grand’inchino, acquietò le bestie, con le mani e con la voce, introdusse l'ospite in un angusto cortile, e richiuse la porta.
Poiché la seccatura non si poteva scansare, si risolvette di affrontarla subito, e di liberarsene; s’alzò da tavola, e seco tutta la rubiconda brigata, senza interrompere il chiasso. Chiesta poi licenza agli ospiti, s’avvicinò, in atto contegnoso, al frate, che s'era subito alzato con gli altri; gli disse «eccomi a’ suoi comandi»; e lo condusse in un’altra sala.
Del resto, tra [Agnese e Lucia] e i loro ospiti era nata subito una grand’amicizia; e dove nascerebbe, se non tra beneficati e benefattori, quando gli uni e gli altri son buona gente?
Allo spuntar del giorno, eran tutt’e due in cucina; Renzo in arnese da viaggio, con la sua cintura nascosta sotto il farsetto, e il coltellaccio nel taschino de’ calzoni: il fagottino, per andar più lesto, lo lasciò in deposito presso all’ospite.
La parola ospite appare molte altre volte nell’accezione di persona ospitata, come in due dei casi precedenti. Ma in tre di quei passi (e in altri non riportati) l’accezione è di persona ospitante.
Se il contesto non rende chiaro altrimenti, ospite è, in genere, la persona ospitata. Il significato originale del latino hospes è chi ospita, ma già nel latino classico si trova anche con il significato di persona ospitata. Quindi l'ambiguità è molto antica.