Ho sentito a un'italiana dire "è una cosa un po' svampita" a proposito di questo brano del Lessico famigliare di Natalia Ginzburg, in cui la madre dell'autrice parla di una sua amica di infanzia, la Grassi:
La guerra inghiottí anche il signor Polikar. Nemmeno della Grassi, che viveva a Friburgo, in Germania, si seppe piú nulla. Mia madre la evocava spesso. Diceva:
– Chissà cosa farà in questo momento la Grassi?
– Sarà morta! – a volte diceva. – Oh che senso che forse è morta la Grassi!
La sua geografia era tutta sconvolta, dopo la guerra. Non si poteva piú evocare tranquillamente la Grassi e il signor Polikar.
Può darsi che io non abbia percepito del tutto bene quello che ha detto l'italiana menzionata perché non conoscevo questo aggettivo, "svampito". Infatti, me l'ho subito segnato per poter cercarlo dopo sul dizionario. Ma sono sicura che ha usato proprio "svampita" per riferirsi a questo passaggio.
Ho ricercato alla voce "svampire" del vocabolario Treccani e anche al lemma "svampito" del Grande dizionario della lingua italiana. Mi è sembrato però di capire che l'aggettivo "svampito" si usasse in senso figurato unicamente per qualificare una persona. È veramente così o si può invece anche dire "svampito" di una cosa come, per esempio, il discorso fatto da un personaggio?