Nel racconto Il niente e il poco di Italo Calvino ho letto questa lunghissima frase:
A noi sembrava già una gran cosa, e lo era certamente, perché solo se cominci a esistere virtualmente, a fluttuare in un campo di probabilità, a prendere in prestito e a restituire cariche d'energia ancora tutte ipotetiche, ti può capitare una volta o l'altra d'esistere di fatto, cioè di curvare intorno a te un lembo di spazio-tempo anche minimo: come successe a una quantità sempre crescente di nonsocosa -- chiamiamoli neutrini perché è un bel nome, ma allora i neutrini nessuno se li era mai sognati -- ondeggianti uno addosso all'altro in una zuppa rovente d'un calore infinito, spessa come una colla di densità infinita, che si gonfiava in un tempo così infinitamente breve che non aveva niente a che fare col tempo -- e difatti il tempo non aveva avuto ancora tempo di dimostrare cosa sarebbe stato -- e gonfiandosi produceva spazio dove lo spazio non s'era mai saputo cosa fosse.
Ho trovato molto curiosa e divertente la parola "nonsocosa" e mi sono chiesta fino a che punto potessi usarla anch'io. Ho visto che non si trova nei dizionari, perlomeno in nessuno dei dizionari che ho consultato. Su Google Books però si trova qualche occorrenza. La mia domanda è sull'uso che se ne fa nell'italiano attuale: si usa ancora molto raramente o si usa sempre di più? Il suo uso è limitato a contesti molto informali?