Nel romanzo Non so niente di te di Paola Mastrocola, pubblicato da Einaudi, ho letto (il corsivo è mio):
Gheri era a lezione. Stava seguendo Diritto commerciale, e certo che a quel punto si distrasse: con quella sberla di sms da non crederci! Cosa voleva dire? Si alzò scombinando una ventina di compagni che contrassero ginocchia e libri per farla passare, e sparí nell’atrio a smanettare sul telefonino, a chiamare quella Cami per parlarle a voce, per capirci qualcosa.
La mia domanda è sull'uso che se ne fa del vocabolo "sberla". È chiaro che si tratta di un uso figurato, ma non ho trovato nulla al riguardo nei dizionari che ho consultato. È un'invenzione dell'autrice? Oppure tale uso è diventato comune nella lingua italiana?