Nel romanzo Non so niente di te di Paola Mastrocola, pubblicato da Einaudi, ho letto (il corsivo è mio):
Ognuno ha il suo modo di non dormire, la notte, il suo stile, le sue tecniche di insonnia. C'è chi [...]. E c'è chi si ribella, non ammette, non concepisce che possa capitare a lui, è ostile, sbuffa, sbraita, finge di dormire, strizza gli occhi perché il sonno arrivi, si sforza di non pensarci e ci pensa sempre di piú, finendo per restare a letto teso come una corda di violino.
Siccome non conoscevo il significato del verbo "sbraitare", l'ho cercato nel vocabolario Treccani, dove ho trovato questa accezione del termine:
protestare manifestando a voce alta il proprio risentimento: s. contro il governo, contro le tasse; tutti sbraitano, ma nessuno ha il coraggio di ribellarsi.
Comunque, non mi sembra il caso di mettersi a gridare durante la notte quando si ha l'insonnia. Per questa ragione vi chiedo: il verbo "sbraitare" può avere un uso figurato che non implichi parlare a voce alta o gridare? Si tratta di un uso letterario o è invece comune?