Questa domanda mi è stata suggerita dai commenti a questo post. Dopo aver letto questo articolo della Treccani ho pensato che la forma corretta fosse "legge (quanti) più libri possibili" perché si deve fare la concordanza tra l'aggettivo "possibile" e il sostantivo "libri". È stato detto però che la forma "legge (quanti) più libri possibile" è anche corretta perché può essere interpretata come "legge quanti più libri [gli è] possibile". Anzi, la formulazione "legge (quanti) più libri possibili", anche se corretta, suona piuttosto bizzarra all'orecchio di un italiano. Tuttavia, l'articolo della Treccani sopra citato afferma:
È vero, però, che spesso si sente dire, nella lingua di tutti i giorni, possibile in enunciati simili a quello citato. Perché? Perché quel più non è così trasparente, riguardo al numero, e dunque tendiamo a pensarlo come a un elemento “neutro”, poiché è invariabile, e non riusciamo a immaginarlo come plurale, anche quando si accorda con un sostantivo plurale (come amici, nel nostro caso). Inoltre, circolano nella testa dei parlanti enunciati frequentissimi come “non è più possibile dire, fare qualcosa, ecc.”, o, per l'appunto, “vorrei risparmiare il più possibile”, o “il più presto possibile”, in cui sembra che l'accoppiata più + possibile (al singolare) sia l'unica corretta. Invece, quando è dovuto (cioè accompagnato a un sostantivo plurale), in un uso appropriato della lingua scritta di una certa formalità, quel possibile va flesso al plurale: «Cercò più amici possibili».
Questo brano mi ha fatto pensare a questa interpretazione, che non so però se sia corretta:
Enunciati tanto frequenti come "legge quanti più libri gli è possibile" inducono a credere in modo sbagliato che la forma "legge quanti più libri possibile" sia la più corretta. Invece, come afferma l'articolo della Treccani, in un uso appropriato della lingua scritta di una certa formalità si dovrebbe scrivere "legge quanti più libri possibili", con l'aggettivo "possibili" al plurale.
È così?