L'altro giorno stavo cercando di scrivere qualcosa su un brano del libro Dottor Niù. Corsivi diabolici per tragedie evitabili, di Stefano Benni, che avevo letto di recente. Un aspetto di questo testo che ha attirato la mia attenzione è la maniera di esprimersi (molte volte in modo indiretto attraverso le parole del narratore) "in italiano" del dottor Niù, il "consulente di aggiornamento tecnologico per famiglie", caratterizzata da un abuso di termini in inglese. Per esempio:
Mi spiega che la sua è una new profession nata insieme alla new economy per una new way of life. Devo solo avere un old conto corrente con un po' di old fashion money per pagargli l'old onorary.
Ecco una frase che ho scritto per esprimere quello che penso che accadrà sicuramente nella situazione descritta nel libro:
Nella società descritta nel testo, la "battaglia" per salvare la lingua italiana andava definitivamente persa.
(Questa frase fa parte di un mio testo in cui ho usato il presente per parlare di quello che accade nel libro.)
Prima avevo fatto riferimento alla campagna di cui si è parlato in questo post. La frase mi è venuta così in modo spontaneo (forse perché, in registri colloquiali, gli italiani e anche i catalani tendono a usare spesso l'imperfetto al posto del condizionale?). Ma poi ho pensato che stavo descrivendo una situazione irreale (quella del romanzo), dunque dovrei usare il condizionale (periodo ipotetico dell'irrealtà) in questo modo:
Nella società descritta nel testo, la "battaglia" per salvare la lingua italiana andrebbe definitivamente persa.
Ho ragionato che ciò che voglio esprimere sarebbe più o meno questo: Se gli italiani parlassero come il dottor Niù, la "battaglia" per salvare la lingua italiana andrebbe definitivamente persa. Quindi dovrei usare il condizionale invece dell'imperfetto. Beh, forse non è esattamente la stessa cosa perché nella frase parlo della società descritta nel libro (che è irreale anche perché tutta la facenda del dottor Niù è un incubo del narratore), e non della vera società italiana presente o futura.
Poi ho avuto il dubbio se il verbo "andare" fosse quello adatto perché, usato in modo idiomatico, tale verbo indica l'obbligo di fare qualcosa. Comunque, non è un obbligo quello che voglio esprimere, ma un fatto che penso succederebbe di sicuro se si arrivasse a tale situazione. Quale verbo potrei usare al posto di "andare"?
Potreste aiutarmi a chiarire i miei dubbi? Come posso esprimere questa idea in modo corretto?